Antipsicotici e modificazioni cerebrali

Gli effetti degli antipsicotici sul cervello sul cervello sono stati oggetto di un acceso dibattito. I dati della ricerca, infatti, sono stati spesso contraddittori. Negli ultimi la possibilità di utilizzare tecniche di neuroimaging, così come la RM, ha permesso di avere informazioni più adeguate. Sono state ben documentate alcune alterazioni cerebrali nella schizofrenia. Le alterazioni sono tate trovate soprattutto nella riduzione della sostanza bianca, soprattutto nei lobi cerebrali frontali e temporali. Un’altra alterazione ben documentata è l’allargamento dei ventricoli laterali (Glahn et al., 2008; Wright et al., 2000). Interessante notare che queste alterazioni sono state trovate anche nelle fasi inziali della schizofrenia (De Vita et al., 2015).

Una recente review pubblicata nel mese di aprile 2022 del Journal of Psychopharmacology da Fountoulakis KN e Stahl SM (aprile 2022) ha aperto uno squarcio sulle considerazioni contraddittorie dell’azione degli antipsicotici sulle modificazioni della struttura cerebrale.  Premesso che gli studi che hanno analizzato questo aspetto non sono numerosi, le conclusioni sono interessanti.

Fountoulakis KN, Stahl SM. The effect of first- and second-generation antipsychotics on brain morphology in schizophrenia: A systematic review of longitudinal magnetic resonance studies with a randomized allocation to treatment arms. J Psychopharmacol 2022;8:2698811221087645

Gli autori hanno evidenziato che non esistono differenze significative tra i diversi antipsicotici analizzati riguardanti i loro possibili effetti sulla struttura cerebrale. L’aspetto della ricerca, tuttavia, più interessante è che questi antipsicotici non hanno causato perdita del volume cerebrale nei pazienti schizofrenici coinvolti negli studi analizzati. Al contrario, i dati ottenuti potrebbero evidenziare un effetto protettivo per quegli antipsicotici che hanno una azione antagonista D2, 5-HT2 e NE alpha-2 (precedentemente descritti come SGA, antipsicotici di seconda generazione). Gli autori concludono che i dati sono comunque limitati ai pochi studi effettuati e che sono stati valutati solo pazienti affetti da schizofrenia. È doveroso, infine, affermare che nonostante le precauzioni suggerite dagli autori, questo studio potrebbe essere un piccolo ma importante tassello nella lotta contro il pregiudizio e lo stigma delle malattie mentali. Potrebbe favorire un migliore e più sereno approccio alle terapie farmacologiche in questo gruppo di pazienti affetti da una patologia che condiziona enormemente la loro qualità della vita.


Piccoli suggerimenti di lettura

Fountoulakis KN, Stahl SM. The effect of first- and second-generation antipsychotics on brain morphology in schizophrenia: A systematic review of longitudinal magnetic resonance studies with a randomized allocation to treatment arms. J Psychopharmacol 2022;8:2698811221087645.

Vita, A, De Peri, L, Deste, G, et al. (The effect of antipsychotic treatment on cortical gray matter changes in schizophrenia: Does the class matter? A meta-analysis and meta-regression of longitudinal magnetic resonance imaging studies. Biological Psychiatry 2015;  78: 403–412

Glahn, DC, Laird, AR, Ellison-Wright, I, et al.Meta-analysis of gray matter anomalies in schizophrenia: Application of anatomic likelihood estimation and network analysis. Biological Psychiatry 2008;64: 774–781.

Wright, IC, Rabe-Hesketh, S, Woodruff, PW, et al. Meta-analysis of regional brain volumes in schizophrenia. American Journal of Psychiatry 2000; 157: 16–25.

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