Conoscenza e onnipotenza

Riflessioni e pensieri da “Insegna Caronte.
Tre errori nell’esercizio del potere”
di Luciano Violante.
Il Mulino, 2021

"L''errore in tutte le sue sfaccettature mi ha sempre interessato, come terreno di caduta della persona ma anche di una sua possibile riabilitazione"
Luciano Violante
Scrittore

L’introduzione sintetizza con una frase l’idea centrale del pensiero dell’autore che svilupperà e approfondirà nel testo illuminante sulle glorie e le miserie del potere. Raccomandandone la lettura saranno riportati riferimenti e spunti che il testo ha evocato, tralasciando altri che rappresentano indicazioni sulla buona e cattiva condotta della politica.

“La conoscenza si fonda sullo studio e sull’ascolto”
Luciano Violante
Scrittore

Uno dei primi aspetti che emergono dalla lettura del testo è il problema della conoscenza. “La conoscenza si fonda sullo studio e sull’ascolto… e spesso la si confonde con la convinzione. La convinzione, tuttavia, è una certezza morale o intellettuale; se è acquisita superando dubbi e ragioni contrastanti, è assimilabile alla conoscenza ma

se (la convinzione) si fonda su ideologie o presunzioni è solo pregiudizio”
 
L’ordine in una società si fonda sui comportamenti prima che sulle scelte formali… e… ( il Garante, il Dirigente) ha una responsabilità che si sostanzia nel rispetto del valore delle istituzioni e del valore dell’altro…
L’altro è una persona come tale portatrice di sentimenti, di specifiche conoscenze ed esperienze.

Nelle strutture sociali complesse, così come città, paesi, aziende, comunità, il rischio di una deriva comunicativa e relazionale è fortemente presente. Il compito del dirigente (politico nel caso dell’autore) sarà quello di evitare l’appropriatezza onnipotente e narcisistica del proprio ruolo di comando. SI troverà a combattere meccanismi già descritti da Publio Ovidio Nasone nelle sue Metaforfosi. “Nelle Metamorfosi Ovidio descrive una casa con molti ingressi, privi di porte, aperta giorno e notte; le pareti sono di “bronzo risonante”; non c’è più pace né chiasso ma un “continuo mormorio qua e là. In quella casa, insieme alla credulità, ai vani rallegramenti, all’ansia, al disaccordo e ai sussurri “di chi non si cura fonte”, abita l’errore“..

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