Disturbi depressivi nel DSM-5
La revisione del DSM-5 [Manuale dei disturbi mentali, quinta edizione (DSM-5) (American Psychiatric Association 2013)], ha comportato un cambio di paradigma dall’uso di un approccio categoriale all’utilizzo di un approccio dimensionale per le diagnosi psichiatriche, al fine di incoraggiare la ricerca e l’adozione di un sistema diagnostico basato sulla eziologia e sulla patofisiologia. La grande ambizione di usare un approccio dimensionale, tuttavia, ha incontrato una decisa resistenza nel processo di revisione del DSM-5. Quindi, l’obiettivo del DSM-5 è stato cambiato per “colmare il divario tra le presunte eziologie basate sulla sintomatologia e le presunte eziologie patofisiologiche identificabili” nel contesto di un approccio combinato categorico e dimensionale. Coerente con questo approccio è stata revisionata anche la tassonomia dei disturbi depressivi.
I punti salienti delle modifiche ai criteri diagnostici per i disturbi depressivi da DSM-IV a DSM-5 sono i seguenti: (1) suddivisione dei disturbi dell’umore in disturbi bipolari e correlati e disturbi depressivi; (2) è stata aggiunta la “disperazione (hopelessness)” ai descrittori soggettivi dell’umore depressivo; (3) introduzione per la prima volta come entità patologiche del disturbo da disregolazione dell’umore dirompente e del disturbo disforico premestruale; (4) il disturbo distimico è stato rinominato come disturbo depressivo persistente; (5) rimozione dell’esclusione dal lutto nella definizione di episodio depressivo maggiore; e (6) modifiche agli specificatori per i disturbi depressivi, inclusi “con caratteristiche psicotiche”, “con stress ansioso”, “con caratteristiche miste;” e “con inizio del peripartum.
Criteri diagnostici del DSM-5 per i Disturbi depressivi
(clicca sull’immagine sottostante per leggere i criteri)
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