Il Corno è rivoluzione
È venuto il momento di lottare contro la prevaricazione dell’ignorante e del prepotente. È venuto il momento di fare una rivoluzione culturale contro la cultura della violenza. Da diversi anni impera la moda dell’essere “bbuono”, della furbizia, della credenza che con la prepotenza si ottiene ciò che si vuole. C’è tanta amarezza tra la gente. La cortesia, la disponibilità e “ ’o core tanto” sono decantati come rappresentazione di un popolo che si consola nell’autogratificazione ma che si nasconde nei “bbuoni” dietro a paradigmi di indolenza, arroganza e sopraffazione.
Addirittura, parole come rispetto, appartenenza e condivisione sono state fagocitate da menti e gruppi che esaltano la violenza al grido di un infantile messaggio tribale. La comunicante parola condivisione è diventata oggetto di dimostrazione di un ego narcisistico. La gentilezza, la buona educazione e la disponibilità sono vittima di scherno e di derisione. Un mondo che ha rovesciato i principi sociali per abbracciare il culto di un passato glorioso preso non come esempio ma come convenienza finanziaria. I Padri della città non ne andrebbero fieri. Ma l’atmosfera dei padri fondatori è sempre presente e infiltra le menti del popolo verso una rivoluzione culturale e sociale.
L’amarezza di un popolo che ha assistito finora consapevole della inutilità del confronto ha invaso finalmente la piazza. Il grido di dolore del Ministro dell’Altare deve marchiare le menti della gioventù. Deve diventare un marcio, uno stigma, il simbolo della lotta. Fuggire, andare via è necessario. Ma restare e lottare, “fare la rivoluzione culturale” lo è ancora di più.
La bellezza è che non siamo soli. La bellezza è che siamo noi, che ci sono i Nuovi Giovani, Giganti. La Nuova Città ha bisogno di essere abbracciata e accompagnata, ha bisogno di allargarsi, di invadere i territori e spingere i “bbuoni” fuori fino a farli diventare fuori moda.
Si può fare, si deve fare altrimenti la morte civile accompagnerà il popolo al suo destino. E sarà la bellezza a vincere così come la bellezza de Gruppo che ha già vinto quest’anno. Questa volta toccherà alla Città, ai Nuovi Giovani, agli Adulti e agli Anziani che ne saranno di esempio.
L’amarezza è che la perdita di un caro Figlio di questa Terra abbia dovuto fare uscire la Bellezza. La consolazione, non è speranza, è quella che è diventato un nuovo Padre di questa Terra. Il corno antico e folcloristico ha fatto il suo tempo; da ora in poi dovrà esserci il Nuovo Corno della bellezza.
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