Il tifoso e l’ultras: introduzione
Sono trascorsi alcuni anni da quando abbiamo organizzato l’edizione della Psychopizza dal titolo “Il tifo sportivo: il tifoso, lo sportivo e l’ultras“. In quell’occasione si confrontarono le diverse idee e opinioni su cosa fosse in mondo del tifo sportivo e in particolare del calcio. Le relazioni presentate evidenziarono la diversità delle opinioni rispetto a questo fenomeno. La sensazione generale fu soprattutto quella della difficoltà di comunicazione e di condivisione delle idee. L’approccio unidirezionale, monocromatico e indottrinato aleggiò e pervase l’atmosfera dei partecipanti mostrando il proprio aspetto feroce ed ingannevole di condivisione. Non mi riferisco alla accettazione, ovviamente, di queste tesi ma da una sorta di “sudditanza psicologica”, per utilizzare un abusato termine sportivo, che impedì volutamente di controbattere la convinzione radicata dell’assurdità e della gravità delle tesi sostenute. Le argomentazioni erano esposte con la affabulazione e la convinzione devota, credente e pervasiva proprie di una fede religiosa, ideologica, politica che “affascinava” il pubblico sbigottito. Quanto mai attuale è il ricordo di quell’evento. Ho riletto le sintesi delle relazioni di quella serata, ritrovando nelle relazioni di Cosimo Anzalone “lo sportivo” e quella del dott. Gianfranco Del Buono la possibilità di sperare, di ritrovare il mondo e il nucleo affettivo che ha spinto un uomo “qualunque” a gioire, a ritrovare il piacere e le emozioni infantili seguendo le vicissitudini della propria squadra. Vi invito, quindi, a leggere la relazione di Cosimo e di Gianfranco, ai quali va un caloroso ed affettuoso ringraziamento per averci dato la possibilità di riflettere e di sperare.