La Mandragora (o Mandragola)

La Mandragora (Mandragora offiicinarum) è una pianta spontanea della famiglia delle Solinacee.
Il nome Mandràgora o mandrà-gola (proviene dal greco man-dragóras, probabilmente dal persiano mardum-gia = pianta dell’uomo, oppure dal sanscrito mad = inebriarsi) indica un genere di piante della famiglia delle Solanacee con tre specie di erbe perenni: due sono sud europee, la terza è dell’Himalaia, Mandragora microcarpa.
La Mandragora autumnalis è una delle due specie mediterranee di mandragora; essendo l’altra la Mandragora vernalis. L’autumnalis si distingue dalla primaverile innanzitutto per avere i fiori violacei anziché bianco-verdognoli. La Mandragora autumnalis ha una radice nerastra, mentre la radice della vernalis è biancastra.
Le mandragore hanno fusto molto breve e radice grossa, biforcuta, di odore sgradevole, alla quale si attribuivano virtù mediche e afrodisiache.
Nell’Antichità era pianta molto comune e conosciuta, ed è stata trovata nelle tombe degli antichi re di Tebe nell’anno 1800 prima di Cristo. I Caldei che si dedicavano allo studio dell’astrologia, della magia, della astronomia e della medicina la denominavano jabínhim e gli attribuivano soprattutto virtù magiche piuttosto che medicinali; ciò potrebbe spiegare il sonno estatico degli adepti ed i segreti dell’iniziazione, legata la Dudhaim considerato nelle Sacre Scritture come la stessa sostanza che i siriani chiamavano Già Yabruhe e gli arabi brunck e si ritiene che non sia altro che la mandragola descritta da Linneo come Atropa mandrágora.
La droga omonima estratta dalle radici contiene vari alcaloidi tra cui la scopolamina, la L-giusquiamina, la nor-giusquiamina, la mandragorina, con struttura e proprietà farmacologiche simili a quelle dell’atropina. Questa pianta che cresce in boschi ombrosi e lungo i margini di fiumi e ruscelli dove la luce del sole non penetra, è descritta in alcuni antichi documenti come una pianta che: “addormenta il primo giorno e fa impazzire il secondo”.
La Mandragola officinarum o Atropa mandrágora fu famosa per le credenze superstiziose che la circondava in Europa durante il medioevo. I contadini di quelli tempi erano terrorizzati sia dall’azione tossica di cui sono realmente dotate sia dalla forma vagamente antropomorfa delle radici ritenendo che possedesse diverse caratteristiche umane. Oltre al potere soporifero alla mandragora fu, inoltre, attribuito un effetto afrodisiaco; si riteneva anche che estrarla dal terreno fosse causa di pazzia, per cui si consigliava di legare alla pianta un cane il quale, tirando la corda, l’avrebbe estratta e sarebbe morto, dando così all’uomo la possibilità di utilizzarla senza pericolo. L’impiego più razionale della mandragora si deve ai Romani, che la usarono per stordire gli ammalati da sottoporre ad intervento chirurgico, ottenendo così uno stato di semincoscienza.

Riti per tagliare la Mandragora

Teofrasto consigliava di tracciare tre circoli con una spada intorno alla pianta e strapparla guardando all’Oriente. Si supponeva che i gemiti che la pianta emetteva erano capaci di uccidere chi li ascoltasse, per questo motivo legavano un cane affamato al collo della radice. Quindi, si metteva fuori della sua portata un pezzo di carne allontanandosi di corsa. Quando il cane, tirando a corda, strappava la mandragola, qualcuno sentiva il grido angoscioso della sua morte.


Effetti della Mandragora

Effetti dimostrati

  • Aumenta il ritmo cardiaco.
  • Dilata le pupille.
  • Provoca secchezza alla bocca.
  • È causa di ritenzione urinaria.
  • Causa allucinazioni.
  • Riduce le contrazioni muscolari del tratto intestinale

Effetti benefici supposti non dimostrati

  • Dà sollievo al dolore.
  • Agisce come sedativo.
  • È usata come afrodisiaco.
  • Cura le ulcere.
  • Cura le malattie della pelle.
  • Cura le emorroidi.
  • Causa diarrea violenta con feci liquide.
  • È usata come anestetico.

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