Le festività nei luoghi di cura: la tristezza, la forza e la gentilezza
Non è facile sostenere e aiutare le persone che trascorreranno le festività natalizie in una corsia di un ospedale. Il compito dei professionisti sanitari è duplice. Non solo devono agire sulle patologie organiche e psichiche che affliggono i loro pazienti, devono anche alleviare e sostenere l’inevitabile tristezza che può affliggere i loro assistiti. Lontani dagli affetti dei propri cari, dal clima delle festività; dal calore affettivo e accogliente delle proprie abitazioni, i pazienti possono essere colti da un senso di vuoto riempito dalla tristezza e della malinconia (Andel et al. 2021).
Gli operatori sanitari hanno un ruolo importante e fondamentale nel riempire questo vuoto con emozioni positive e consolatorie. Per fare questo devono non solo affidarsi alla loro professionalità, alla loro capacità di valersi degli strumenti che hanno imparato a utilizzare. Devono anche affidarsi anche alla loro umanità e alla loro capacità di empatia e di relazione. Fa parte del loro ruolo e del loro sapere alleviare e curare le fatiche fisiche e mentali degli assistiti, assicurandone la dignità.
La forza e la gentilezza
Sostenuti dalle competenze acquisite con la formazione e con il lavoro, gli operatori sanitari condividono con il loro assistiti l’esperienza della lontananza dalla propria casa, dal proprio luogo caldo e sicuro. Benché frastornati dal peso della pandemia sono sempre pronti a dare cura e a prendersi cura dell’altro. Sono stati lunghi mesi di sofferenza, di fatica, di incertezze e ancora oggi la prospettiva della fine di questo periodo è ancora lontana (While et al. 2021).
Il carico emotivo e lavorativo a cui devono far fronte è enorme, e vivono con il fardello di diventare a loro volta vittime del virus e, quindi, diventare pazienti. La forza interiore che sta accompagnando gli operatori sanitari è notevole. Legati al loro lavoro e al compito della cura devono gestire le paure e le incertezze mostrandosi agli altri gentili e competenti. La “abituale” gestione dell’ammalato che trascorre le festività nei luoghi di cura sta assumendo in quest’epoca anomala un valore etico e morale straordinaria. Non è il solito l’aiuto professionale e empatico nella cura dell’altro, in questo periodo l’operatore sanitario ha uno strumento in più: la gentilezza della cura.

… “un’esperienza di reciproca unione che si traduce in una sensazione di completezza” (Buetow SA 2013).
La gentilezza degli operatori sanitari verso i pazienti deve essere genuina e può aprire un’opportunità per “un’esperienza di reciproca unione che si traduce in una sensazione di completezza” (Buetow SA 2013).
“Essere gentili con noi stessi e con gli altri è… oltre che una questione biologica di salute, benessere e longevità, anche una strategia evolutiva utile alla sopravvivenza dell’intero genere umano”. È una scoperta che allevia e lenisce le ferite delle donne e degli uomini “per bene”, schiacciati da messaggi negativi e accusatori (Lumera & De Vivo 2020).
Le storie di incontrano
In ogni paziente c’è una storia, una vita fatta di affetti e relazioni, c’è un ruolo sociale e familiare, c’è una dignità da mantenere. I pazienti non sono numero di cartelle o di diagnosi cliniche. Sono persone che soffrono per le loro ferite fisiche e psichiche, che si accentuano durante il loro ricovero ospedaliero durante le festività (Franza 2021). Lo slancio terapeutico degli operatori non deve però cadere nella superficialità comunicativa, apostrofando i pazienti con frasi o parole che ne compromettono la dignità. Il tentativo maldestro di entrare in “empatia confidenziale” può far cadere il paziente nella tristezza di un ruolo conquistato durante la vita e ora negato. Il paziente, così, non solo deve ridefinire il proprio ruolo di malato, lontano dai propri affetti particolarmente doloroso durante le festività. Deve combattere anche con la propria fragilità, con un nuovo ruolo che rischia di essere affossato dal paradosso di una comunicazione “affettuosa” e fin troppo confidenziale. Un clima sereno riempito da gesti affettuosi, di una relazione dignitosa, alla pari con l’altro può alleviare la tristezza delle persone che trascorreranno le festività natalizie in un ambiente ospedaliero o residenziale. L’operatore sanitario non avrà la presunzione di colmare e sostituire il ruolo dei cari dei propri assistiti. Ma avrà un ruolo terapeutico e consolatorio. Quello di essere presente e di condividere con affetto e con una comunicazione attiva il dono della umanità verso l’Altro. L’Altro che ha bisogno di lui e che si può unire a lui in un clima di serenità e di felicità.

Per approfondire la lettura:
Andel SA, Shen W, Arvan ML. Depending on your own kindness: The moderating role of self-compassion on the within-person consequences of work loneliness during the COVID-19 pandemic. J Occup Health Psychol. 2021 Aug;26(4):276-290.
Buetow SA. Physician kindness as sincere benevolence. CMAJ. 2013 Jul 9;185(10):928.
Franza F. Felicità e tristezza nelle nostre festività. Editoriale. Depressione Stop 2021; 1.
Franza F et al. Franza F, Solomita B, Tavormina G. Loneliness and Hopelesness: Their Role in the Depressive Cases during the COVID Pandemia. Psychiatr Danub 2021 Sep;33(Suppl 9):14-17.
Lumera D, De Vivo I. Biologia della gentilezza. Mondadori, 2020
While AE, Clark LL. Management of work stress and burnout among community nurses arising from the COVID-19 pandemic. Br J Community Nurs. 2021 Aug 2;26(8):384-389.
(di Francesco Franza)