Lo stress e la dieta interagiscono nel modificare la risposta del cervello agli alimenti che noi mangiamo.
Dopo una lunga e difficile giornata – prendersi cura dei figli, andare al lavoro o a scuola, tenere in ordine la casa – non vorresti sederti per uno snack o meglio per un lauto e soddisfacente pasto?
Quando mangiamo, il nostro corpo riceve il carburante necessario, ma il cibo non è solo un semplice nutriente. Il cibo è la naturale ricompensa che ci fa stare bene e ora più che mai abbiamo a disposizione un’ampia varietà di cibo. Lo stress della vita quotidiana e i fattori di stress interni, tuttavia, interagiscono con la scelta del cibo. In questo contesto, possiamo esplorare come lo stress acuto e cronico altera i comportamenti nell’assunzione del cibo che possono contribuire a incrementare l’incidenza dell’obesità mondiale.
Assunzione di cibi ricchi di grasso e di zuccheri attivano il sistema dopaminergico del nostro cervello che controlla il piacere, l’apprendimento e la motivazione. Lo sviluppo dell’obesità, tuttavia, innesca fattori stressanti interni come l’infiammazione che coinvolge anche il sistema dopaminergico. L’infiammazione è la risposta naturale del nostro sistema immunitario, ma l’infiammazione cronica può essere pericolosa.

Se consumati frequentemente, i grassi saturi possono innescare direttamente l’infiammazione, e nel corso degli anni, una loro elevata assunzione potrebbe diminuire invece che aumentare il segnale dopaminergico. Di fronte a situazioni potenzialmente pericolose o di emergenza l’organismo reagisce inibendo la digestione, aumenta la frequenza cardiaca, la respirazione e l’attenzione necessaria per affrontare e sopravvivere all’evento stressante: tipica manifestazione fisiologica nell’evento di “combatti o fuggi”.Quando questo sistema fisiologico si attiva, il cervello risponde promuovendo l’impulso a mangiare. Ovviamente se una tigre sta per saltarci addosso non pensiamo a mangiare ma se lo stress quotidiano ci rende ansiosi l’alimentazione può essere una soluzione per farci sentire meglio.

Un sistema ad esso correlato coinvolge i recettori kappa cerebrali. Questi recettori sono attivati dallo stress per alleviare il dolore ma possono ridurre anche i livelli della dopamina. Ciò si traduce in un circolo vizioso mediante il quale lo stress cronico inibisce la dopamina e rende più desiderabili i cibi ipercalorici, favorendo di conseguenza l’alimentazione, l’aumento di peso, l’infiammazione con aumento consequenziale dello stress.
Quando lo stress e la dieta interagiscono per promuovere l’assunzione di cibo e l’aumento di peso, gli individui con infiammazione cronica causata dalla comparsa dell’obesità possono presentare una maggiore risposta ai fattori stressati di livello più basso. Perciò, è possibile che la sostituzione di questi cibi ricchi di grassi saturi con frutta, verdura, cereali, decisamente meno appetibili, come intervento di un migliore stile di vita potrebbe presentare a sua volta un fattore stressante. Se questo cambiamento dello stile di vita induce alterazione del sistema dopaminergico, la predita di peso potrebbe essere rapidamente ostacolata dall’assenza di un adeguato supporto psicologico e psicoterapeutico.
Integrazione e libera traduzione dall’articolo di Conner W Wallace: Stress and diet to change out brain’s response to the foods we eat. In Cambridge Core blog, Nov 2021
