Mente e Corpo nella Storia
In seguito ad una violenta ira Agamennone subisce notevoli mutamenti del proprio corpo. Così Omero rappresenta nella sua Iliade i mutamenti del corpo di Agamennone invaso da emozioni smisurate. Questi mutamenti rappresentano una descrizione poetica degli effetti sconvolgenti che la mente attraverso le proprie emozioni determina sul corpo. La conoscenza di informazioni elementari e certamente non esaustive sulla evoluzione storica del pensiero dell’uomo ci permettere di poter meglio apprezzare e valutare le risposte che le neuroscienze moderne ci forniscono. La storia delle scienze umane, infatti, è stata da sempre pervasa dal dibattito sul duali- smo mente-corpo e nel corso degli anni si è potuta osservare la comparsa di posizioni divergenti o convergenti tra i due aspetti. Nella fase iniziale che Salucci (Mente/Corpo; La Nuova Italia, 1997) considera rappresentato dal periodo compreso tra Socrate e Cartesio predomina la posizione olistica di Socrate. Nel V secolo Socrate, affermava: “come non è corretto curare gli occhi senza considerare la testa, né la testa senza considerare il corpo, così non è corretto curare il corpo senza considerare l’anima”. Successivamente questa posizione convergente (potremmo definirla olistica) ha subito un rapido declino e da Platone fino al Medioevo è prevalsa la posizione della separazione tra mente e corpo, sostenendo la prevalenza della mente o dell’anima sul corpo. Contrariamente alla posizione precedentemente sostenuta Platone è il primo netto sostenitore di una posizione dualistica; il filosofo confermava il proprio supporto alla posizione secondo la quale l’anima e il corpo sono due sostanze distinte, separate una dall’altra, indipendenti. Secondo Platone questa posizione deve essere confermata dalla considerazione che l’anima è immortale e continua a vivere dopo la morte del corpo; inoltre, ritiene che essa sia esistita anche prima dello sviluppo del corpo. Aristotele, invece, al contrario, rifiuta il dualismo platonico sostenendo che il corpo e la mente sono due aspetti della stessa sostanza sottostante (forma e materia). Deve essere notato che non esiste nessuna evidenza che Aristotele non fosse un dualista. Questa posizione dualistica dominò il pensiero filosofico per tutto il Medioevo. Nel Rinascimento la scoperta di nuove conoscenze in ambito anatomico e biologico non portò alla integrazione dello studio della mente e del corpo disseminata tra diverse discipline. La questione del rapporto mente-corpo continuava ad essere vissuta secondo le considerazioni filosofiche platoniche e aristoteliche. Tuttavia iniziò ad allargarsi il concetto dell’anima che veniva diffuso a tutta la natura. Cartesio (1596-1650) e Spinoza (1632-1677) sostenitori della tradizione razionalistica rafforzarono la considerazione che la ragione fosse superiore alle emozioni specificando che la prima sia la più pregevole tra le capacità dell’uomo, caratterizzata dalla completa indipendenza dalle emozioni e quindi dal corpo che le veicola; questa posizione evidenziava la superiorità della ragione e quindi della mente sul corpo. Tuttavia con Cartesio si ha una svolta; si inizia a distinguere il corpo, inteso come macchina, come materia, dall’anima che pensa che interagisce sul copro a livello della ghiandola pinelae. Il corpo comincia ad essere considerato un meccanismo perfetto, paragonabile ad una macchina idraulica, al cui funzionamento viene data un’interpretazione meccanicistica (Maino, 2005). Gli empiristi inglesi e gli ideologisti francesi svilupparono gli studi del corpo inteso come macchina autosufficiente in grado di funzionare per la presenza di specifici processi ed effetti.
Bisognerà attendere la fine del 1800 perché diversi autori pongano le basi per la comprensione del ruolo del corpo e della mente come parte integrante e indispensabili delle funzioni globali dell’individuo. Gli studi scientifici recenti hanno sovvertito la visone tradizionale del copro e delle emozioni come ostacolo ai processi razionali. E’ stata dimostrata che la reazione corporea attivata da uno stimolo e rappresentata come mappa sensoriale nel Sistema Nervoso Centrale è una componente essenziale dei processi decisionali e delle strategie del problem-solving.
Successivamente si è sviluppata la corrente di ricerca che ha individuato diverse sostanze endogene, i neuropeptidi, responsabili della correlazione del corpo e le emozioni (ad esempio, ossitocina, angiotensina, etc.). fino ad arrivare alle scoperte più recenti sulla complessa rete mente-corpo coinvolta nella modulazione reciproca tra sistema nervoso, endocrino e immunitario. Ciò significa ancora una volta che la mente, le emozioni e il corpo non sono entità separate, ma interconnesse In conclusione possiamo affermare che “il sistema mente-corpo costituisce un unico sistema complesso, dove il corpo non ha una posizione gerarchicamente inferiore rispetto al sistema nervoso centrale m fa parte insieme a esso di un’unica complessa “rete psicosomatica” altamente integrata e complessa” (L. Bellodi, 2005)