Prevenzione, rischio, suicidio e COVID-19
Prevenzione e rischio di suicidio durante la pandemia COVID-19.
Gunnel et al. Suicide risk and prevention during the COVID-19 pandemic. Lancet Psychiatry, 21/04/2020
Gli effetti sulla salute mentale della pandemia da COVID-19 potrebbero essere drammatici ed esistono indicazioni che i tassi di suicidio potrebbero inevitabilmente aumentare. Il suicidio probabilmente diventerà una delle più importanti preoccupazioni della pandemia e potrà avere effetti a lungo termine sulla popolazione generale, sull’economia e sui gruppi più vulnerabili. Le politiche sociali e la normale pratica psichiatrica devono prendere in considerazione immediate iniziative per la prevenzione del suicidio. Sebbene l’attuale pandemia sia differente e in continua evoluzione esistono evidenze sull’aumento dei suicidi verificatesi durante la pandemia influenzale del 1918-19 e tra la popolazione di anziani di Hong Kong durante l’epidemia di SARS del 2003.
La condizione fondamentale per accrescere le conoscenze sulla prevenzione del suicidio è una risposta globale ad ampio raggio, implementando interventi selettivi, dedicati e universali. I probabili effetti avversi della pandemia sulle persone affette da disturbi mentali e sulla salute mentale della popolazione generale, potrebbero essere esacerbate dalla paura, dall’autoisolamento e dal distanziamento fisico. Il rischio suicidario, inoltre, può essere incrementato a causa dello stigma verso individui con COVID-19 e i loro familiari.
Le persone con disturbi psichiatrici possono presentare un peggioramento dei sintomi oppure sviluppare nuovi problemi di salute mentale, soprattutto la depressione, l’ansia e il disturbo post-traumatico da stress (tutti associati ad aumentato rischio suicidario). Va sottolineato che i problemi di salute mentale possono colpire non solo la popolazione generale ma anche le persone che a causa della attività lavorativa, sono ad alto rischio di contagio, così gli operatori sanitari.
Le conseguenze e la pressione sui servizi di salute mentale iniziano già a farsi sentire (incremento del carico di lavoro e la necessità di trovare nuovi modi per lavorare). Alcuni servizi inizaino ad accumulare nuove esperienze nel modo di gestire la valutazione psichiatrica e gli interventi a distanza (ad es., telefono o digitale); questi nuovi modi di lavorare potrebbero essere ulteriormente implementati, ma con la consapevolezza che non tutti i pazienti psichiatrici possono averne dei benefici oltre alle considerazioni sulla violazione della privacy.
Le persone ad alto rischio suicidario richiedono una particolare attenzione. Alcune di loro possono non chiedere aiuto, con la paura che i servizi sanitari possano essere intasati e che l’appuntamento face-to-face possa comportare un alto rischio di contagio. Altre persone potrebbero cercare aiuto dal settore del volontariato che può essere stremato al di là delle proprie capacità e dalla riduzione del numero di volontari. I servizi di salute mentale dovrebbero sviluppare dei protocolli specifici per valutazione a distanza e sviluppare strategie di gestione per le persone a rischio suicidario e favorire lo staff a trovare nuovi modi per lavorare.
Le linee di assistenza devono richiedere supporti economici e organizativi per mantenere o incrementare la forza lavoro con nuovi volontari e offrire metodi lavorativi più flessibili. Le risorse sulla formazione a distanza consentirebbero a coloro che non hanno precedentemente lavorato con persone a rischio suicidario ad assumere un ruolo attivo nei servizi di aiuto e di salute mentale.
Gli interventi e le applicazioni online basati sulle evidenze dovrebbero essere resi disponibili per dare supporto alle persone a rischio suicidario.
La mancanza di lavoro e le gravi difficoltà economiche sono fattori di rischio ben conosciuti per il suicidio. Le organizzazioni governative dovrebbero provvedere a fornire i beni di prima necessità (ad es., cibo, alloggio, un supporto per la disoccupazione). Dovrebbero essere fornite anche informazioni chiare e indicative non solo sullo stato attuale ma anche su quello futuro. Per esempio, molti giovani che hanno interrotto il loro percorso educativo sono ansiosi e preoccupati sulle proprie prospettive future.
Le istituzioni educative possono cercare modi alternativi per fornire curricula necessari per preparare a offrire loro un supporto finanziario anche attraverso programmi attivi sul mercato del lavoro.
La pandemia potrebbe causare fenomeni scatenati ancora sconosciuti. Per esempio, la violenza domestica e il consumo di alcol potrebbero incrementare durante il lockdown. Anche in questo caso sono necessarie politiche sanitarie immediate e coordinate.
L’isolamento sociale, l’obbligo di restare a casa, la solitudine contribuiscono ad aumentare il rischio suicidario, particolarmente nelle persone colpite da lutto.
È necessario provvedere a un supporto comunitario per coloro che vivono da soli e incoraggiare le famiglie e gli amici a chiedere aiuto. Un aiuto facilmente accessibile per le persone colpite da un lutto è cruciale.
Un altro dei principali fattori di rischio per il sudicio è il facile accesso agli mezzi necessari per metterlo in atto. Attualmente, alcuni strumenti letali (ad es., armi da fuoco, pesticidi e farmaci) possono essere facilmente reperibili. Bisognerebbe vigilare sulla vendita a dettaglio di questi prodotti a soggetti particolarmente vulnerabili. Le organizzazioni governative e non governative dovrebbero considerare attentamente le modalità dei messaggi utilizzati per cercare di ridurre l’accesso a questi mezzi letali.
Comunicazioni poco attente dei media sui fenomeni suicidari possono portare a picchi suicidari. La presentazione ripetuta e drammatizzata di storie sulla epidemia possono incrementare le paure e aumentare il rischio suicidario. I media dovrebbero assicurarsi di comunicare solo le informazioni proveniente da fonti scientifiche (ad es., linee guida ufficiali COVID-19). La risposta globale dovrebbe essere informata da una maggiore sorveglianza dei fattori di rischio COVID-19-relativa che contribuiscono ai comportamenti suicidari. A tal proposito sono stati strutturati appositi registri per raccogliere i dati riguardanti il suicidio sugli eventi stressanti associati al COVID-19.
Le conseguenze della pandemia associate al suicidio possono dipendere significativamente dalle misure di controllo della sanità pubblica e dalle strutture socioculturali e demografiche, dalla disponibilità di alternative digitali per una consultazione face-to-face. Gli effetti possono essere peggiori nei contesti con scarse risorse finanziarie dove le difficoltà economiche sono sostenute da un inadeguato welfare.
Altre preoccupazioni in questi contesti comprendono gli effetti sociali dei divieti dei raduni religiosi e dei funerali, delle violenze interpersonali e dai lavoratori migranti vulnerabili. Lo stigma associato al COVID-19 e la cattiva informazione possono essere particolarmente drammatici in questi setting; molte delle soluzioni proposte possono essere applicabili globalmente ma sforzi aggiuntivi si rendono necessari in questi contesti poveri.
Sono tempi questi senza precedenti. La pandemia causerà un enorme stress e potrà lasciare molte persone vulnerabili ai problemi mentali e a comportamenti suicidari. Le conseguenze sulla salute mentale saranno probabilmente presenti per molto tempo e si osserverà un picco dopo l’attuale pandemia. Tuttavia, le evidenze della ricerca e l’esperienza di strategie nazionali forniscono solide basi per la prevenzione del suicidio. Dovremmo prepararci ad intraprendere azioni importanti, associati a una collaborazione attenta e internazionale.