Un nuovo biomarcatore ematico può rilevare la neurodegenerazione dell’ Alzheimer

La proteina cerebrale tau [Brain-derived tau (BD-tau)] sembra essere un nuovo biomarcatore ematico per la rilevazione del morbo di Alzheimer. La BD-tau ha superato gli attuali test diagnostici ematici per individuare la neurodegenerazione associata al morbo di Alzheimer secondo uno studio della rivista scientifica Brain (Gonzalez-Ortiz et al. 2022).

La BD-tau è specifica per il morbo di Alzheimer ed è ben correlata con il biomarcatori della neurogenerazione di Alzheimer e del liquido cerebrospinale (CSF). Indagini strumentali di neuroimaging, così come la MRI e la PET, possono consentire la diagnosi di morbo di Alzheimer. Il loro utilizzo, tuttavia, può essere oneroso in termini di tempo ed economici.

Allo stato attuale per diagnosticare il morbo di Alzheimer i clinici possono utilizzare le linee guida del 2011  del National Institute on Aging and the Alzheimer’s Association. Le lineeguida, chiamante AT(N) Framework, richiedono il rilevamento punto di tre distinte componenti patologiche dell’Alzheimer:

  • placche amiloidi
  • grovigli neurofibrillari
  • degenerazione cerebrale

mediante tecniche di neuroimaging e dell’analisi dei campioni di CSF.


Sfortunatamente entrambi approcci presentano limiti pratici ed economici che rendono necessario lo sviluppo di biomarcatori di campioni di sangue convenienti e affidabili la cui raccolta può essere poco invasiva e richiedere poche risorse.

Lo sviluppo di strumenti che individuano i segni di Alzheimer nel sangue senza compromettere la qualità diagnosi diagnostica sono un importante passo per migliorare l’accessibilità diagnostica.

Gli attuali metodi diagnostici ematici possono rilevare accuratamente le alterazioni plasmatiche della beta amiloide e della forma fosforilata della codeina tau. Ma il più grande ostacolo all’applicazione della AT (N) framework ai campioni di sangue consiste nella difficoltà di rilevare marcatori della neurodegenerazione che siano specifici per il cervello e che non siano contaminati da altre patologie.

Ad esempio i livelli magici del neurofilamento leggero diventano elevati nel morbo di Alzheimer, nel Morbo di Parkinson e in altri tipi di demenze rendendolo meno utile quando si cerca di differenziare il morbo di Alzheimer da altre condizioni neurodegenerative. D’altra parte, la rilevazione ematica della tau si è rilevata meno utile rispetto al monitoraggio dei livelli sierici del CSF.


Applicando le loro conoscenze della biologia molecolare e della biochimica delle proteine tau e differenti tessuti così come nel cervello gli autori hanno sviluppato una tecnica per selezionare la BD tau evitando di rilevare le proteine “big-tau” fluttuanti prodotte da cellule al di fuori del cervello. In questo modo essi hanno individuato una speciale anticorpo che si lega selettivamente alle “BD- tau” rendendole facilmente individuabili nel sangue.

Gli autori hanno validato la loro ricerca attraverso l’analisi di campioni di 600 pazienti di 5 gruppi indipendenti inclusi quelli di pazienti che avevano la diagnosi di Alzheimer, confermata alla loro morte e di pazienti con deficit mnemonici lievi che indicavano i primi le prime fasi dell’Alzheimer.

I test hanno mostrato che i livelli di “BD tau” individuati in gruppi di campioni di pazienti con M. DI Alzheimer usando il nuovo metodo valutato si distinguevano da quelli affetti da altri distrubi neurodegenerativi.

I livelli di “BD tau” erano correlati anche con la gravità delle placche amiloidi e dei grovigli tau nei tessuti cerebrali come confermato dalle analisi autoptiche

I ricercatori stanno pianificando di condurre una valuta validazione clinica su larga scala della “BD tau” ematica mediante uno studio multicentrico che includa pazienti provenienti da diversi background etnici.

Gli studi possono anche includere gli adulti più anziani che non presentano evidenze biologiche di disturbo di Alzheimer e quelli nei diversi stadi della malattia.

Questi progetti sono fondamentali per assicurare che i risultati dei biomarcatori siano generalizzati alle persone di tutti i background e possono servire a commercializzare il “BD tau” per renderlo disponibile per l’attività clinica e per uso prognostico.


Gonzalez-Ortiz F, Turton M, Kac PR, Smirnov D, Premi E, Ghidoni R, Benussi L, Cantoni V, Saraceno C, Rivolta J, Ashton NJ, Borroni B, Galasko D, Harrison P, Zetterberg H, Blennow K, Karikari TK. Brain-derived tau: a novel blood-based biomarker for Alzheimer’s disease-type neurodegeneration. Brain. 2022 Dec 27:awac407. doi: 10.1093/brain/awac407. Epub ahead of print. PMID: 36572122.

Articoli correlati